G. Corso, Manuale di Diritto amministrativo, Giappichelli, Torino, 2004, pp. XIII – 438, € 30,00

Alla sua seconda edizione, questo manuale, destinato essenzialmente gli studenti, si segnala per l’impostazione schematica che senza dubbio favorisce l’approccio alla materia che negli ultimi anni è stata oggetto di rilevanti interventi normativi, sia sotto il profilo organizzativo e sotto quello dell’azione delle amministrazioni e degli enti.

Il volume si articola in tre parti dedicate, rispettivamente, all’organizzazione, all’attività ed alla giustizia amministrativa. La prima parte inizia con la ricognizione dei concetti fondamentali che attengono alle persone giuridiche pubbliche, con individuazione delle varie fattispecie, all’attribuzione ed alla competenza. Enti, organi, uffici, organi collegiali vengono presentati nella loro struttura, nel modo di operare con richiamo alle responsabilità che ne derivano.

Ai profili costituzionali dell’organizzazione e dell’attività della pubblica amministrazione è dedicata la seconda sezione, nella quale vengono richiamati i principi della separazione dei poteri e quelli di legalità, imparzialità, buon andamento, autonomia e le funzioni di consulenza e di controllo.

Nella sezione terza vengono esposti l’assetto positivo dell’amministrazione, lo Stato e i ministeri nella loro diversa tipologia, l’organizzazione centrale e quella periferica, il rapporto fra potere politico e amministrazione. Seguono le strutture di governo e amministrative delle enti locali, la dirigenza e il sistema dei controlli. Ugualmente dell’amministrazione regionale, degli enti pubblici, compresi quelli economici, delle società in mano pubblica e degli organismi di diritto pubblico sui quali l’Autore esprime riserve, definendo questo assetto una “pseudo pubblicità”. Attenzione particolare è dedicata alle funzioni di raccordo nella complessa macchina amministrativa e di coordinamento tra Stato, regioni ed enti locali. In questa sezione si dà spazio anche al regime delle risorse materiali, ai beni ed al denaro pubblico.

La seconda parte, la quale è dedicata all’attività amministrativa, si apre con una premessa generale sulla individuazione degli interessi, collettivi, generali, pubblici e sui modi per soddisfarli, sottolineando il ruolo del potere amministrativo, la sua tipicità, là dove velocità del suo esercizio, la sua discrezionalità nell’accertamento dei presupposti. La seconda sezione si occupa del procedimento e del provvedimento, come esercizio della funzione pubblica secondo le regole che la caratterizzano nella legge sul procedimento amministrativo: la fase dell’istruttoria, della valutazione degli interessi e della decisione finale. La sezione terza approfondisce i principi costituzionali dell’attività amministrativa, legalità, imparzialità e buon andamento. Le prestazioni sociali ed i servizi pubblici, i rapporti tra Stato e mercato anche alla luce della costituzione economica europea completano il quadro di riferimento del legislatore ordinario.

La sezione quarta è dedicata all’efficacia degli atti giuridici, all’autoritarietà che li caratterizza insieme alla forza tipica che essi hanno e all’efficacia nello spazio e nel tempo. La sezione si conclude con riferimento all’annullamento d’ufficio ed alla revoca. La sezione quinta si sofferma sull’invalidità dell’atto, sottolineando la distinzione fra illiceità e illegittimità, tema da sempre oggetto di controverse puntualizzazioni soprattutto per quanto attiene agli affetti dell’illiceità nella responsabilità amministrativa. Segue l’esposizione dei vizi dell’atto e del procedimento.

La sezione terza sviluppa l’esposizione dell’attività di diritto privato delle pubbliche amministrazioni nel perseguimento degli interessi pubblici. In particolare l’attività contrattuale è analizzata con rinvio alle regole stabilite dalle norme nazionali ed europee.

Della responsabilità della pubblica amministrazione si occupa la sezione settima che procede dall’art. 28 della Costituzione individuando la pluralità dei criteri di imputazione della responsabilità. Interessante l’esposizione della responsabilità concernente l’esercizio della potestà amministrativa ed il risarcimento del danno da lesione degli interessi legittimi.

La parte terza, dedicata alla giustizia amministrativa, ripercorre l’evoluzione del contenzioso amministrativo a far data dalla unificazione nazionale, per passare attraverso la riforma Crispi e l’istituzione della quarta sezione del Consiglio di Stato che ha dato compiuta tutela agli interessi legittimi. La disciplina costituzionale è alla base dell’esposizione della disciplina vigente in particolare dopo la riforma del 2000. Una esposizione molto dettagliata attiene al processo, alla fase di instaurazione del contraddittorio ed alla fase istruttoria, ai procedimenti cautelari, alla decisione e all’appello. Conclude questa parte l’esposizione della disciplina dei ricorsi amministrativi, il ricorso gerarchico, il ricorso straordinario al capo dello Stato e l’approfondimento dei principi di diritto europeo che sono destinati ad influire sempre di più sul diritto interno, primo fra tutti il potere disapplicazione delle norme interne contrastanti con il diritto comunitario, potere riconosciuto a qualsiasi giudice e alla stessa pubblica amministrazione.

La pur sommaria esposizione del contenuto del volume ne dimostra le caratteristiche di un testo che, se pur destinato gli studenti, offre senza dubbio spunti di riflessione per un vasto pubblico di operatori delle pubbliche amministrazioni che vi troveranno elementi di interesse per il loro lavoro quotidiano, in non quadro ben delineato, utilissima base per successivi approfondimenti che gli stessi fossero interessati a sviluppare.

Salvatore Sfrecola